Skip Navigation

Un modello “bottom-up” per l’open government italiano

Paola Brizi|

L’Open Government Partnership è un accordo multilaterale che mira a riunire quei paesi i cui governi e le cui società civili vogliono lavorare insieme per sviluppare e attuare ambiziose riforme di governo aperto attraverso metodologie standard.

Esso coinvolge diversi attori: i governi, i politici, gli amministratori, cittadini e imprese, ovvero soggetti impegnati a promuovere politiche di apertura sia a livello globale, diffondendo verso altri paesi l’attenzione sui temi dell’apertura dell’amministrazione, ma anche all’interno dei paesi stessi, attraverso la collaborazione ed il dialogo per definire le politiche nazionali.

In questo senso, dunque, il processo di apertura e modernizzazione della pubblica amministrazione si fonda sulla partecipazione non solo dei vari attori istituzionali e dei vari livelli di governo (l’Italia è stata l’unico appartenente del G8 a coinvolgere il livello subnazionale di governo per la stesura del proprio piano d’azione nazionale sugli open data) ma anche sul coinvolgimento dei cittadini.

Questo processo, che rappresenta il vero senso del percorso di apertura delle amministrazioni, può avere un impulso top-down, dimostrato in Italia ad esempio da iniziative promosse dal Dipartimento della Funzione Pubblica come “Opencoesione”, la “Bussola della Trasparenza”, o la previsione di piattaforme permanenti di consultazione. Ma è anche possibile un impulso bottom-up, attraverso le esperienze di civic engagement. Ne è un esempio l’iniziativa  #FOIA4italy, nata dalla società civile italiana che lavora da anni su trasparenza, libertà di informazione e accesso ai dati, al crescente numero di esempi di cittadinanza attiva che ha portato alla realizzazione di nuove politiche partecipative.

Il principio di sussidiarietà c.d. “orizzontale”, infatti, previsto dall’articolo 118 della Costituzione italiana, supera la semplice partecipazione decisionale, favorendo invece la nozione di condivisione con l’amministrazione di funzioni di interesse generale.

Così, sfruttando le potenzialità di questo vero e proprio cambio di paradigma, un modello italiano di governo aperto di tipo bottom-up potrebbe portare alla riconfigurazione del sistema esistente delle relazioni tra governo, cittadini e altre parti coinvolte, che meglio risponde alle necessità di un’amministrazione condivisa che sia aperta, trasparente e partecipativa.

Molto è stato fatto, grazie all’approvazione dei primi Comuni italiani di Bologna, Siena, Ivrea e L’Aquila, del Regolamento sulla amministrazione condivisa che consente l’impegno civico promuovendo una forte partnership tra l’amministrazione, i suoi cittadini e gli attori privati​​. Tuttavia, molto resta ancora da fare, coinvolgendo il maggior numero di amministrazioni e amministratori, procedendo sull’attuazione degli impegni completando così la riforma in corso.

Open Government Partnership